Può la riconnessione con la natura essere l’antidoto ai problemi ambientali ed esistenziali del nostro tempo?
Questo è il primo di una serie di articoli che l’Albero Filosofico intende dedicare all’Ecosofia, ai temi di una “ecologia di superficie” e di una “ecologia profonda”, nel quadro di alcune questioni filosofiche di fondo, quali il libero arbitrio, la posizione della nostra specie in Natura, i fenomeni gravi e traumatici per tutta la Terra e il crollo delle certezze.
Le tue membra, o Terra, siano prive di malattie; che per noi siano sempre sane, così che per l’intero corso della nostra vita possiamo offrirti doni fragranti.
Atharva Veda XII, 1. Inno alla Terra.
Duemilacinquecento anni fa Ippocrate diceva che per capire meglio i disturbi di un soggetto, bisognava studiare attentamente l’ambiente in cui il disturbo si manifestava, il tipo di acqua, i venti, l’umidità, le temperature, il cibo e le piante, i momenti del giorno così come le stagioni.
E ancora nell’Inno alla Terra, come spiega Panikkar, “la Terra non è semplicemente natura, non è meramente geografica o materiale, è parte dell’uomo stesso, tanto che questi non può vivere senza la terra così come non può vivere senza il corpo. Al contempo, sebbene stia sulla terra, egli ne è anche al di sopra. L’uomo è più della terra. La terra è la madre dell’uomo, ma l’uomo è anche signore sulla terra.
Si potrebbe dire che nello scenario tradizionale indico, l’uomo è il figlio maggiore di una madre vedova. La tensione tra uomo e terra è visibilmente presente, ma tra i due, non vi è separazione. L’uomo vedico troverebbe incomprensibile qualunque tentativo di dominare o soggiogare la terra. La terra è un oggetto di culto e non di sfruttamento, un oggetto di timore reverenziale e non di curiosità. La ricerca per conoscere la terra è della stessa natura dell’ introspezione personale. Nuocere alla terra è un vizio masochistico” (Panikkar, I Veda Mantramanjari).
Le filosofie dell’ambiente
Entra così in gioco l’ecologia affettiva: lo studio delle relazioni insieme affettive e cognitive che gli esseri umani instaurano con il mondo vivente e non vivente. Ascoltare la natura con la mente pronta: questo è ciò che serve per recuperare un buon rapporto con il nostro pianeta.
La civiltà sembra essere giunta ad un punto di crisi drammatica, e sembra che si senta l’esigenza di un nuovo umanesimo. Un umanesimo che vada oltre il riduzionismo meccanicista e l’antropocentrismo rozzo, e sia sintesi inedita di varie discipline accomunate dal senso e dal progetto di un “abitare” in cui l’uomo non sia tanto padrone e possessore del mondo, ma si apra al dialogo col cielo, la terra, le creature tutte, confermando il detto taoista: “L’uomo saggio vive in unità col cielo e la terra”.
Il dialogo tra gli aspetti più profondi del sé e il mondo naturale
L’antidoto ai problemi ambientali ed esistenziali del nostro tempo è lo stesso: è la riconnessione con una visione più ampia della realtà. Bisogna promuovere un percorso di crescita personale che permetta di riconsiderare la propria identità in termini più vasti, a partire dal dialogo con gli aspetti più profondi e autentici di sé e con il mondo naturale.
Si risveglia, così, l’inconscio ecologico che riconosce la stretta interconnessione con la Terra; il desiderio di impegno attivo nei confronti dell’ambiente naturale sorge spontaneo, frutto del senso di compartecipazione.
Il concetto base dell’Ecosofia è che l’interiorità dell’essere umano ha una precisa e tracciabile connessione col mondo esterno, sia esso il mondo naturale o le realtà sociali.
Per approfondire:
-Ecologia affettiva di Giuseppe Barbiero, che accompagna il rigore scientifico ad una poetica dell’ambiente.
-L’ecologia profonda di Guido Dalla Casa, il passaggio da un’ecologia di superficie ad un’ecologia profonda. Che fare?
Lucia Caruso
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Credo che ognuno di noi senta, chi più chi meno, come esigenza insopprimibile l’aperto contatto con l’ambiente natura. Le alte vette della montagna, i silenzi collinari, la calma pianura, l’orizzonte del mare aperto, il buio stellato della notte.
Attimi di riflessione ed autoconfessione.
Mariella
E’ importante sentirsi parte di un Tutto, recuperare coscienza dell’unità che siamo e prendersene cura. E’ importante il senso dell’armonia come equilibrio delle parti: un bene progressivamente compromesso ed infine perduto, per effetto del divario sempre maggiore che l’uomo in nome della sua razionalità ha posto fra sè e la natura, dimenticando di farne parte e piegandola ai suoi interessi. L’ecosofia quindi, ispirandosi all’ecologia profonda, è una filosofia che sembra riparare un torto e fare giustizia: il rispetto della Natura nelle sue diverse forme per essa costituisce un valore in sè e non uno strumento funzionale ad altro. Per questo condivido il richiamo di Lucia ad un nuovo Umanesimo in cui l’uomo si faccia carico responsabilmente della cura della terra: del resto basterebbe pensare che homo viene da humus per avvertire l’appartenenza alla terra e vivere ecologicamente .